Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS): cos’è?

 Categoria Healthy Tips

Ti sei mai chiesto quali sono i farmaci e integratori più venduti in farmacia? Tutti quelli per i disturbi che riguardano l’intestino (stipsi, gonfiore addominale, reflusso gastroesofageo e chi più ne ha, più ne metta).

Spesso basta una piccola correzione della dieta per risolvere il problema.

Altre volte invece ci si trova di fronte alla complessa Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS in inglese), da alcuni impropriamente chiamata colite.

Chi ne soffre lamenta gonfiore addominale, spesso anche crampi, meteorismo, alvo stitico o diarroico o tutti e due (il cosiddetto alvo alterno, quando diarrea e stipsi si alternano). A volte bruciore di stomaco.

Quali sono le cause? Ancora non chiarissime. Sicuramente alla base ci sono disbiosi e leaky gut di cui avevo accennato qui.

Anche la diagnosi non è semplice dato che non c’è ad oggi un test diagnostico ad hoc e gli stessi sintomi citati sopra sono spesso confusi con altri disturbi intestinali.

Spesso lo stesso medico tende a liquidare il paziente con un generico “sarà lo stress”.

E molto spesso la mancanza di una causa e la cura, quasi solo mirata ad alleviare i sintomi, aumenta ancora di più lo stress di chi ne soffre.

Ma quanto influiscono lo stress e l’ansia sulla IBS? In realtà moltissimo.

Il nostro intestino è innervato in modo autonomo (sistema nervoso enterico), spesso si dice infatti che nell’ intestino risiede il “secondo cervello” e che la pancia “sente” prima ancora della testa.

Non è un caso che alcune persone più di altre avvertano disturbi intestinali in concomitanza con un evento stressante.

La connessione asse intestino-cervello è ormai nota.

Studi recenti dimostrano infatti che il microbiota o flora batterica intestinale (ovvero l’insieme dei batteri che popolano il nostro intestino) influenza le nostre emozioni e il nostro comportamento. Probabilmente è vero anche l’inverso e cioè che il nostro stato mentale possa alla lunga modificare la composizione del nostro microbiota.

La PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) studia proprio questa intricata rete di relazioni.

Si tratta di un filone di studio molto giovane, per cui in grande fermento.

Cosa si può fare con l’alimentazione? Molto.

Esiste una dieta specifica per la IBS ed è la dieta a basso contenuto di FODMAP, elaborata dai ricercatori della Monash University (Australia).

Ma cosa vuol dire FODMAP?

FODMAP è l’acronimo inglese di “Fermentable Oligosaccharides, Monosaccharides, Disaccharides and Polyol”, tutti zuccheri a corta catena, che rappresentano molecole fermentescibili dai batteri che popolano il nostro intestino.

Ed è proprio la fermentazione ad essere responsabile di tutti i sintomi tipici di chi soffre di questo disturbo.

L’alvo stitico o diarroico o alterno è dovuto alle proprietà osmotiche dei FODMAPs: richiamando acqua nel lume intestinale, alterano la velocità dei movimenti dell’intestino stesso.

Ma dove si trovano i  FODMAPs?

Ne parlo nella seconda parte dell’articolo! Leggi qui.

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